La Perla, niente cassa integrazione per le 50 lavoratrici dei rami retail e management: «Non è prevista»


La risposta dal ministero del Lavoro all’interrogazione di Andrea De Maria sulla situazione delle lavoratrici dell’azienda di Bologna. Il deputato dem: «I dipendenti meritano certezze sugli ammortizzatori sociali»

Non è ancora possibile riattivare la cassa integrazione per le lavoratrici dei rami retail e management del gruppo La Perla. Almeno per ora — essendo le aziende in liquidazione—, anche se all’ultimo tavolo di crisi era stata promessa dal ministero del Lavoro un intervento legislativo ad hoc. Non sembrano nemmeno esserci spiragli, a giudicare dalla risposta ottenuta in seduta alla Camera dall’interrogazione presentata dal deputato bolognese dem Andrea De Maria. Tutto questo mentre sono in esame le oltre venti candidature pervenute al Mimit per l’acquisto in blocco dello storico brand di lingerie di lusso.
Le brutte notizie — praticamente una doccia fredda — provenienti da Montecitorio riguardano le circa 50 dipendenti delle due società, La Perla Management e La Perla Italia, appunto in liquidazione. Per loro non sono previsti ammortizzatori sociali. Lo ha confermato la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, Giuseppina Castiello, rispondendo all’interrogazione al ministero del Lavoro presentata da De Maria. «Per le aziende in cessazione di attività, quindi La Perla Management e La Perla Italia, al termine dei periodi di integrazione salariale non vi sono ulteriori misure di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro da poter riconoscere», è la risposta della sottosegretaria. Per le circa 43 lavoratrici di La Perla Management la cig per cessazione è terminata il 25 gennaio, mentre le colleghe di La Perla Italia, la società cui fa capo le rete delle boutique, la scadenza arriverà il 10 aprile.

«I dipendenti meritano certezze sugli ammortizzatori sociali»

Va meglio alle circa 170 dipendenti di La Perla Manifacturing, in forza allo stabilimento produttivo di via Mattei che, essendo in amministrazione straordinaria — ha ribadito Castiello — «potrà continuare a fruire di cigs per la durata dell’attività dei commissari».
Il parlamentare non si è ovviamente dichiarato soddisfatto dalla risposta. «Ci sono più di 50 lavoratrici e lavoratori dell’azienda — insiste De Maria — che sono fuori dalla copertura degli ammortizzatori sociali. Mentre è in corso la procedura per individuare la nuove proprietà è fondamentale» dare garanzie a chi non è coperto dagli ammortizzatori. «È indispensabile — insiste — individuare una modalità tecnica di salvaguardia. Purtroppo oggi in Aula è arrivato solo una generica dichiarazione di attenzione dalla Sottosegretaria Giuseppina Castiello, senza alcun impegno concreto». «Il ministero del Lavoro — continua il parlamentare Pd — deve mettere in atto tutte le procedure possibili per risolvere il problema e non perdere la grande qualità rappresentata dal know-how di queste lavoratrici e lavoratori». «Ci troviamo davanti ad una fase intermedia, post liquidazione dell’azienda e in attesa di una nuova proprietà, ed i dipendenti meritano certezze sugli ammortizzatori sociali». L’urgenza del subentro di un nuovo proprietario si fa dunque sempre più pressante.





















































1 marzo 2025 ( modifica il 1 marzo 2025 | 15:56)



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