Conti correnti, torna a salire la liquidità degli italiani dopo due anni di calo: 20 miliardi in più nel 2024


Sileoni (Fabi): «Le banche remunerino meglio i risparmi».Il taglio dei tassi ha fatto intanto ripartire i mutui, giù invece di 64 miliardi i prestiti alle imprese

Torna a salire la liquidità sui conti correnti degli italiani, dopo due anni consecutivi di calo a causa del carovita. Nel 2024, secondo la Fabi, il saldo complessivo dei salvadanai di famiglie e imprese ha registrato un aumento di 19,8 miliardi, attestandosi a 1.363 miliardi. L’incremento della liquidità sui conti correnti è un «segnale positivo, che conferma come le famiglie stiano gradualmente ricostituendo i propri risparmi dopo due anni difficili segnati dall’inflazione e dall’aumento del costo della vita», afferma Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. Nonostante l’aumento negli ultimi dodici mesi, i livelli di liquidità attuali restano comunque inferiori a quelli del 2021, con un divario ancora pari a 116,5 miliardi.

I tassi sui conti correnti

Sileoni richiama le banche ad un «cambio di passo, perché continuano a considerare i conti correnti esclusivamente come strumenti di pagamento, ignorando il loro ruolo essenziale anche come prima forma di risparmio». Ai clienti va «riconosciuta una remunerazione più equa, allineata all’andamento dei tassi di interesse», dice. Dalla radiografia dei titolari dei conti correnti emerge che la liquidità delle aziende è cresciuta di 14,2 miliardi (+3,4%), passando da 421,6 miliardi a 435,9 miliardi. Le famiglie rappresentano però il principale detentore di liquidità nel sistema bancario e hanno aumentato i loro depositi di 12,3 miliardi (+1,1%), arrivando a 1.141 miliardi.




















































Mutui e prestiti alle imprese

Il taglio dei tassi di interesse deciso dalla Bce ha fatto intanto ripartire i mutui: negli ultimi sette mesi del 2024 i prestiti per la casa sono aumentati di 5,3 miliardi di euro, in crescita dell’1,3% dai 420,8 miliardi di maggio ai 426,1 miliardi di dicembre. L’effetto della politica monetaria adotta dalla Bce da fine 2021 si è però tradotto in una riduzione del credito. A soffrire di più sono state le imprese, con i prestiti scesi di 64,2 miliardi; il credito ai privati è calato di 60 miliardi.

1 marzo 2025



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