La sua passione per le auto e per le gare nasce alla fine degli anni ‘60: “sono stato presidente di ACI Sport che promuoveva tutti i campionati italiani ed anche alcuni di marca. Durante la mia gestione è nato il campionato Porsche e il Porsche Italia Cup. Un lavoro complesso che mi ha portato ad affittare autodromi anche in Spagna, come a Valenza. L’ACI Sport durante la mia gestione ha sempre avuto una attività in aumento. Lasciatala sono il Presidente del Distretto turistico regionale della targa Florio.”
Dopo la presidenza dell’ACI Sport, la presidenza dell’Automobile Club di Palermo hai assunto la presidenza della storica “Targa Florio”?
Come presidente dell’Automobile Club di Palermo, ho cercato di salvare il patrimonio storicoculturale della Targa Florio diventando socio fondatore della Fondazione omonima. Abbiamo creato il primo museo “Targa Florio Collesano” il cui presidente è Ninni Vaccarella, campione italiano, detto il “professore volante” che ha scritto tante pagine di sport non solo in Italia. Il 10 di ottobre abbiamo tagliato il nastro del primo “Museo Storico dell’Automobilismo Siciliano e della Targa Florio” a Termine Imerese. Questo museo, di nuovissima concezione rispetto a quello di Collesano ubicato in un antico edificio storico permette agli appassionati di avvicinarsi e di toccare le vetture e di accedere ad una grande biblioteca multimediale. Stiamo creando un centro di riqualificazione professionale, recuperando gli operai specializzati che sono stati licenziati dalla FIAT. Ritornare così all’“artigianato d’elite”, della Sicilia. Oggi i meccanici non sono più meccanici, i carrozzieri non sono più carrozzieri, sono dei montatori, degli assemblatori. Per me è una sfida in quanto l’abbandono della Fiat, ha lasciato senza lavoro 1400 famiglie più l’indotto. Mi sono impegnato per portare in questa città delle attività turistiche
e sportive che avessero delle ricadute economiche nel territorio. Una di queste è la “Eco Targa Florio” che si svolge ogni anno con veicoli elettrici, ibridi, del futuro, ad etanolo, no di filiera alimentare. Accanto a questi ci sono dei veicoli classici e da due anni la Ferrari ha deciso di omaggiare questa nostra idea con il “Ferrari Club Targa Florio”. Sono un centinaio di Ferrari che vengono da tutto il mondo, per il giro della storica Targa Florio e il Giro di Sicilia. Tocchiamo Palermo, Enna, Piazza Armerina, Donna Fugata, Catania passando per Noto e Siracusa, Taormina, il litorale fino a Cefalù, le Madonie itinerario Targa Florio e poi Palermo. 1300 chilometri con 200 iscritti solo 10 italiani. Dimostra che siamo riusciti a portare il messaggio “Venite in Sicilia” e perché no, “portateci i soldi che ci servono”. Abbiamo fatto ritornare molti stranieri in Sicilia, questa bella isola.
Questa maggioranza di partecipanti stranieri dimostra uno scarso interesse degli italiani?
No, in questo contesto estremamente storico la gara si traduce in una “caccia alle streghe”. Lo noto anche sui campi di gara delle auto moderne. Non fanno la gara per esempio della Porsche per paura di
trovarsi la Guardia di Finanza in casa.
Pensi che la Guardia di Finanza non sappia già chi possiede una Porsche senza che partecipi alle gare?
Sicuramente si. C’è molta voglia da parte delle istituzioni di sensazionalismo, quindi il fatto che la Finanza, vada a Porto Cervo o a Cortina, è un suo diritto, ma personalmente la trovo una paura immotivata. Per vedere ciò che si possiede basta consultare il registro immobiliare. Non credo che questo Governo di tecnici voglia bloccare l’economia, perché così avviene. Ma “cui prodest”?
Quanto autodromi ci sono oggi in Italia? Attualmente quelli in gradi di ospitare gare di livello e in sicurezza sono: Monza, Mugello, Vallelunga e in Sicilia Pergusa. Ci sono altri sempre efficienti ed omologati ma non hanno le lunghezze necessarie per le alcune competizioni, almeno 4000 metri.
Le macchine storiche più ammirate, e parlando con un ex pilota più ricercate?
Dipende dalle categorie che sono quattro. La macchina “Ancien”, “Ancêtre”, “Historique” e “Classic”. Le vetture fino agli anni ‘20 hanno un grande mercato verticale, sono difficilmente usabili, senza marce sincronizzate ed alcune di queste solo con i freni posteriori. Il triangolo che noi usiamo è nato in quegli anni quando le prime autovetture misero i freni anteriori. Per avvertire la macchina dietro che quella davanti aveva quattro freni invece che due esponeva il triangolo invitando così a mantenere la distanza. Oggi le macchine più fruibili sono quelle degli anni ‘60, con tecnologia più acettabile, con il servofreno, il cambio sincronizzato che evita la famosa “doppia debraiata” o “ doppietta”. Le macchine degli anni ‘50 e ‘60 sono, secondo me, le più belle. L’Aurelia B24, quella del film “Il sorpasso”, la “Giulietta Spyder”.
La tipologia del pilota di oggi rispetto a quella di trenta anni fa?
È un giovane, di vent’anni, che sta sempre davanti al computer usando il simulatore. Alonso, ad esempio, si allena tre ore al giorno su questa macchina. Quelli che partecipano alle nostre gare sono appassionati dai 40 ai 60 anni, professionisti, industriali, negli stranieri alcuni sono “pezzi da novanta” che noi identifichiamo con dei codici per mantenere riservata l’indentità, viaggiano con aerei e scorta personale.
Quando si definisce una “macchina antica” e non ha bisogno della relativa targa e assicurazione?
In Italia la targa ai veicoli storici, pur avendola chiesta molte volte non l’abbiamo mai ottenuta, ma in Spagna la hanno. È una proposta “vox clamantis in deserto”. La registrazione ti da la possibilità di avere alcune agevolazioni dopo vent’anni di vita della macchina se sei nella lista di auto eleggibili, cioè che mantiene intatte le caratteristiche originali, con la certificazione d’epoca, hai l’assicurazione e
la riduzione del bollo. Dopo trent’anni, invece, il bollo non si paga più.
Cosa significa la “Targa Florio” per l’Italia e per la Sicilia, economicamente e di immagine?
La “Targa Florio” moderna dà un ritorno indotto economico di 10 milioni di euro. La classica sicuramente di più. All’estero si fece una importante promozione sulla “Mille Miglia”. Ho utilizzato gli stessi organizzatori, “nella vita bisogna anche saper copiare” chi sa fare. Da due anni siamo insieme, io fornisco la base logistica, il supporto del territorio, il personale, perché voglio dare lavoro a chi sta sul posto, quindi ai siciliani. I Florio erano una famiglia calabrese trapiantata in Sicilia alla fine dell’800 e titolari della fabbrica che estraeva il chinino, per curare la malaria.
Ecologia e macchina, sono in contrasto?
Assolutamente no. Oggi è comodo fare il pieno di benzina, il suo costo però comincia a pesare e a far pensare ad un altra soluzione. Da cinque anni ho uno scooter elettrico, molto comodo a Palermo anche perché le condizione climatiche lo permettono. Alla Eco Targa Florio sono circa 30 le auto che partecipano. Tre sono i tipi di gare: la Eco Targa Florio, la Classica e la Ferrari. Per la Classica devi avere un macchina che ha partecipato alla Targa Florio entro il 1977. Questa gara, rispetto alla Mille Miglia che è finita nel 1957, vive ancora e quindi ogni anno aumenta. La quarta formula moderna si corre con le macchine di serie, ma è una eccezione perché si svolge a maggio. Quindi la Targa Florio è “più viva che mai”.
Antonio Marasco durante la premiazione dell’ACI
Vallelunga – Sara Racing Weekend
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